Il subentro di una nuova associazione in luogo di quella cessata comporta il trasferimento senza soluzione di continuità della titolarità attiva e passiva dei rapporti giuridici facenti capo all'ente originario, in attuazione del processo di trasformazione previsto nell'atto costitutivo e nello statuto del nuovo ente. Pertanto, i debiti della pregressa gestione dell'associazione cessata gravano sul nuovo ente subentrante, non potendosi configurare l'accollo di tali debiti da parte di un soggetto distinto, quale l'organizzazione sindacale territoriale, in assenza di un atto deliberativo espresso e vincolante di quest'ultima. L'autonomia giuridica e amministrativa dell'organizzazione sindacale regionale rispetto a quella territoriale esclude la responsabilità di quest'ultima per i debiti dell'ente cessato, salvo diversa previsione statutaria o deliberativa. La valutazione dei giudici di merito circa l'interpretazione degli atti associativi e l'assenza di un atto di accollo dei debiti non può essere sindacata in sede di legittimità, se adeguatamente motivata, in quanto rientrante nell'ambito del loro insindacabile apprezzamento di fatto.