Cassazione penale Sez. II sentenza n. 49249 del 22 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:49249PEN

Massima

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Il possesso ingiustificato di un contrassegno assicurativo falso, che risulti idoneo ad ingannare la pubblica fede, integra il reato di ricettazione, anche quando il reato presupposto della contraffazione sia punibile a querela e questa non sia stata presentata. La non grossolanità del falso si desume dalla necessità, per gli organi di polizia, di effettuare accertamenti presso la compagnia assicurativa al fine di verificarne la genuinità, essendo il contrassegno apparso idoneo a trarre in inganno la pubblica fede. In tali casi, la motivazione della sentenza che affermi la sussistenza del reato di ricettazione è da ritenersi logica e coerente, non potendo il possessore del contrassegno falso giustificare il proprio possesso, in assenza di idonea spiegazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MA. DA. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza del 24/06/2008 della Corte di Appello di Roma;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAGO Geppino;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI CASOLA Carlo, ha concluso per l'inammissibilita';

Udito il difensore avv.to DI RENZO Andrea, che ha concluso per l'accogliment…

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