Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3170 del 23 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:3170PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante minacce, induce la vittima a consegnare denaro o altre utilità, anche se l'agente agisce nella convinzione di esercitare un proprio diritto, purché tale convinzione non sia ragionevole. Pertanto, il mero richiamo all'appartenenza ad ambienti malavitosi, unitamente a esplicite minacce, integra l'elemento oggettivo del reato di estorsione, anche nella forma tentata, senza che rilevi la prospettazione di un male immaginario. Ai fini della responsabilità penale, è sufficiente che le minacce siano idonee a porre la vittima nell'alternativa di accondiscendere alle richieste o di esporsi a conseguenze negative, a prescindere dalla concreta verificazione dell'evento dannoso. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle circostanze attenuanti generiche, purché la motivazione sia congrua e coerente con i principi di logica e di diritto, senza che sia necessaria un'analitica disamina di tutti gli elementi dedotti dalle parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. GENTILE D. - rel. Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1179/2012 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 26/09/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/11/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GENTILE DOMENICO;

Udito il Sostituto Procuratore Generale Dott. GIALANELLA Antonio che ha concluso per …

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