Il rispetto rigoroso delle disposizioni in materia di tenuta dei registri da parte dei commercianti di oggetti preziosi ha valore non meramente formale, ma sostanziale, in quanto finalizzato alla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica attraverso la tracciabilità degli oggetti preziosi, al fine di prevenire la commissione di reati. Pertanto, la mancata o irregolare annotazione nel registro delle operazioni compiute, nonché il possesso di oggetti preziosi non registrati o riconducibili a refurtiva, costituiscono gravi violazioni che possono legittimare la revoca della licenza di polizia amministrativa rilasciata ai sensi dell'art. 127 del TULPS, in applicazione dell'art. 10 del medesimo testo unico, il quale prevede la possibilità di revocare o sospendere in qualsiasi momento le autorizzazioni di polizia in caso di abuso da parte del titolare. Il giudizio sulla sussistenza dei presupposti per la revoca deve essere effettuato in base a una valutazione globale e complessiva della condotta del titolare, volta a verificare la sua affidabilità e buona condotta in relazione all'attività autorizzata, senza che sia necessario l'accertamento di una specifica fattispecie di reato.