Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 7604 del 2013

ECLI:IT:TARLAZ:2013:7604SENT

Massima

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Il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione su un'istanza di parte, in violazione del principio di trasparenza e del dovere di concludere il procedimento con un provvedimento espresso, comporta l'obbligo per l'amministrazione di pronunciarsi formalmente sulla domanda entro un termine perentorio, fissato dal giudice amministrativo in accoglimento del ricorso proposto dall'interessato. Tale principio trova applicazione in tutti i casi in cui l'amministrazione sia tenuta a provvedere su un'istanza presentata dal cittadino, a prescindere dalla natura della pretesa sostanziale fatta valere, in quanto il diritto del privato a ottenere una risposta espressa costituisce un corollario fondamentale del buon andamento e dell'imparzialità dell'azione amministrativa, sanciti dall'art. 97 della Costituzione. L'obbligo di provvedere entro un termine perentorio, fissato dal giudice in sede di annullamento del silenzio, mira a garantire l'effettività della tutela giurisdizionale e a sanzionare il comportamento omissivo e ingiustificato della pubblica amministrazione, a tutela delle posizioni giuridiche soggettive del cittadino. Il principio si applica in modo uniforme, indipendentemente dalla natura dell'istanza presentata, dalla sua fondatezza nel merito e dalla discrezionalità riconosciuta all'amministrazione nella relativa valutazione, in quanto il diritto a ottenere una risposta espressa costituisce un requisito essenziale di legittimità dell'azione amministrativa, a garanzia dei diritti e degli interessi del privato.

Sentenza completa

N. 08548/2012
REG.RIC.

N. 07604/2013 REG.PROV.COLL.

N. 08548/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Quater)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8548 del 2012, proposto dalla signora ((omissis)), rappresentata e difesa dall'avv. ((omissis)), col quale elettivamente domicilia in Roma, via Flaminia 189, presso la Segreteria del T.A.R. Lazio;

contro

il Ministero dell'Interno, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi 12;

avverso

il silenzio serbato, dal Ministro dell’Interno, sulla sua istanza di “naturalizzazione”.

Visto il ricorso, con i relativi allegati;

Visto l'atto di costituzione in giudizio del Ministero dell'Interno;

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