Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5795 del 16 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:5795PEN

Massima

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Il dolo del reato di danneggiamento non può essere desunto automaticamente dalla sola circostanza che i lavori siano stati compiuti in spregio ai diritti del confinante, essendo necessario accertare in concreto la sussistenza dell'elemento soggettivo, valutando se il fatto possa essere ricondotto a colpa anziché a dolo. Il giudice di merito non può limitarsi ad affermare la sussistenza del dolo senza adeguata motivazione, ma deve esaminare specificamente la questione dell'elemento psicologico del reato, considerando tutte le circostanze del caso concreto. La mera violazione dei diritti del confinante, ove non accompagnata da una chiara volontà di danneggiare, può integrare al più il reato di invasione di terreni o edifici di cui all'art. 633 c.p., ma non il più grave delitto di danneggiamento di cui all'art. 635 c.p. Pertanto, il giudice di merito è tenuto a rinnovare l'esame della sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, senza poter presumere automaticamente il dolo sulla base della sola condotta di invasione della proprietà altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ci. Gi. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del Tribunale di Gaeta in data 22.10.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dott. Piercamillo Davigo;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. FRATICELLI Mario, il quale ha concluso chiedendo che sia dichiarato inammissibile;

Udito il difensore, avv. Casillo Luigi, il quale ha chiesto l'accoglim…

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