Il falso in atto pubblico per induzione in errore del pubblico ufficiale, pur essendo un reato grave che lede la fede pubblica e la corretta attività della pubblica amministrazione, può essere soggetto a prescrizione qualora il termine prescrizionale sia maturato prima della pronuncia della sentenza di appello, anche in assenza di specifica deduzione da parte dell'imputato. In tali casi, il giudice di legittimità può rilevare d'ufficio l'estinzione del reato per prescrizione, purché non sia necessaria alcuna attività di apprezzamento delle prove finalizzata all'individuazione di un "dies a quo" diverso da quello indicato nell'imputazione contestata e ritenuto nella sentenza di primo grado. Ciò al fine di garantire il rispetto del principio di legalità e di evitare che il reo sia ingiustamente punito per un reato ormai estinto. Tuttavia, il giudice di legittimità, pur dovendo dichiarare l'estinzione dei reati prescritti, deve comunque procedere alla rideterminazione della pena per il reato residuo, al fine di assicurare la corretta esecuzione della sanzione penale.