Il diniego di concessione edilizia in sanatoria per opere realizzate in assenza o in difformità del titolo abilitativo su immobili soggetti a vincolo paesaggistico è legittimo, in quanto l'art. 32, comma 27, lett. d), del d.l. n. 269/2003, convertito in l. n. 326/2003, esclude la possibilità di condono per tali interventi, qualora non siano conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici. Inoltre, il Comune è dotato di un programma di fabbricazione non adeguato al Piano Urbanistico Territoriale dell'Area Sorrentino-Amalfitana, per cui trova applicazione il generale divieto di rilascio di nuovi titoli edilizi previsto dall'art. 5 della l.r. n. 35/1987, non ricorrendo alcuna delle ipotesi di deroga. Pertanto, le opere abusive realizzate dalla ricorrente non sono suscettibili di sanatoria, indipendentemente dall'accertamento della compatibilità paesaggistica, in quanto l'art. 167, comma 4, lett. a), del d.lgs. n. 42/2004 preclude il rilascio di autorizzazioni paesaggistiche postume per interventi comportanti aumenti di superficie o volumi. L'ordine di demolizione consegue legittimamente al diniego di condono, essendo privo di contenuti discrezionali e sufficientemente motivato, anche in relazione alle ulteriori opere abusive realizzate successivamente, per le quali non è consentita la prosecuzione dei lavori. Infine, l'indicazione dell'area di sedime da acquisire gratuitamente al patrimonio comunale in caso di inottemperanza all'ordine di demolizione non costituisce elemento essenziale dell'atto, essendo prevista dalla legge come effetto automatico.