Il mancato adempimento degli oneri relativi all'occupazione del suolo pubblico, in particolare la pregressa situazione debitoria del concessionario, costituisce causa ostativa al rinnovo della concessione per il commercio su aree pubbliche e legittima l'amministrazione a disporne la revoca e la decadenza, anche in assenza di un limite minimo di morosità, in applicazione della disciplina prevista nell'avviso pubblico adottato dall'ente locale per il rinnovo delle concessioni in scadenza, il quale non impone alcuna soglia minima di debito per l'operatività di tale causa di diniego e decadenza. L'amministrazione, pertanto, nel negare il rinnovo e disporre la revoca/decadenza della concessione per il mancato adempimento degli oneri dovuti, non fa altro che applicare la normativa regolamentare da essa stessa adottata, senza che ciò possa ritenersi illegittimo, anche laddove le parti fossero giunte a un accordo transattivo per la riduzione del debito, qualora tale accordo non sia stato formalizzato entro il termine previsto per il rinnovo. La notifica del provvedimento di diniego di rinnovo e revoca della concessione effettuata al legale rappresentante della società concessionaria presso il suo domicilio, con indicazione della qualità rivestita e dei dati identificativi della sede legale, deve ritenersi regolarmente eseguita ai sensi dell'art. 145, comma 1, secondo capoverso, c.p.c.