Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37419 del 24 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:37419PEN

Massima

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Il rilascio di false dichiarazioni sostitutive di atto notorio o di certificazione, anche in relazione a sentenze di applicazione di pena concordata per reati che incidono sulla moralità professionale dell'imprenditore, costituisce reato ai sensi dell'art. 483 c.p., a prescindere dalla successiva depenalizzazione di tali reati o dalla loro estinzione, in quanto la falsità della dichiarazione deve essere valutata al momento in cui essa è stata resa e non può essere sanata da eventi successivi. Pertanto, l'imprenditore che abbia omesso di dichiarare tali pregresse vicende giudiziarie, pur essendo convinto della loro irrilevanza, non può andare esente da responsabilità penale, in quanto la legge prevede espressamente l'esclusione dalle gare di appalto non solo per i soggetti condannati, ma anche per coloro nei cui confronti siano state emesse sentenze di applicazione della pena, a tutela della moralità professionale degli operatori economici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) BA. FR. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 31/03/2008 CORTE APPELLO SEZ. DIST. di TARANTO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. SCALERA VITO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. ((omissis)), che chiede il rigetto del ricorso;

Udito l'avv. ((omissis)), di Nardo, difensore del ricorrente, ch…

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