Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31304 del 22 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:31304PEN

Massima

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La misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e la misura patrimoniale della confisca possono essere applicate nei confronti di un soggetto ritenuto socialmente pericoloso sulla base di un accertamento della sua partecipazione ad un'associazione di stampo mafioso, anche in assenza di una condanna penale definitiva. Tale accertamento può fondarsi su elementi indiziari diversi dalla prova diretta della partecipazione associativa, purché logicamente e razionalmente desumibili da un complesso di elementi di fatto, quali dichiarazioni di collaboratori di giustizia, attività di monitoraggio sul territorio, condotte e ruoli rivestiti nell'ambito dell'associazione criminale. L'epoca di insorgenza della pericolosità sociale può essere collocata in un momento antecedente all'accertamento penale definitivo, sulla base di tali indicatori. La verifica della pericolosità sociale attuale, necessaria per l'applicazione della misura di prevenzione, può ritenersi soddisfatta anche dalla mera pendenza di una misura cautelare detentiva, in quanto indice della persistente pericolosità del soggetto. Tuttavia, all'esito dell'esecuzione della pena, sorge l'obbligo di un nuovo accertamento della pericolosità attuale. Ai fini della confisca dei beni, è possibile considerare il patrimonio del soggetto e dei suoi familiari conviventi in un arco temporale più ampio rispetto al biennio previsto per la presunzione di intestazione fittizia, al fine di verificare la sproporzione tra il valore dei beni e i redditi lecitamente dichiarati. Tale verifica non è limitata al solo periodo di riferimento della pericolosità, ma può estendersi anche a epoche precedenti, al fine di valutare la legittima provenienza delle risorse utilizzate per gli acquisti. L'ipotesi di provenienza dei beni da evasione fiscale non è idonea a giustificare la sproporzione patrimoniale, in quanto le misure di prevenzione mirano a sottrarre alla disponibilità dell'interessato tutti i beni frutto di attività illecite o di reimpiego, senza distinzione sulla natura del reato presupposto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 09/11/2016 della CORTE APPELLO di TORINO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANNA PETRUZZELLIS;
lette le conclusioni del PG in persona del Sostituto Procuratore Dr. LOY MARIA FRANCESCA, che ha concluso per l&#…

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