La collaborazione con l'autorità giudiziaria, ai fini dell'accesso ai benefici penitenziari previsti dall'art. 58-ter dell'Ordinamento Penitenziario, non deve essere generica o prestata in forme non previste, ma deve essere specifica e riferita ai fatti e ai reati oggetto della condanna per la quale si chiede il beneficio. Tuttavia, le dichiarazioni del condannato, anche se non uniche o esclusive per l'accertamento della responsabilità di altri imputati, possono comunque essere considerate utili e decisive ai fini della ricostruzione dei fatti e dell'individuazione degli autori dei reati, purché abbiano concretamente contribuito all'attività investigativa e giudiziaria. Il giudice, nel valutare la collaborazione, deve tenere conto non solo dell'apporto informativo fornito, ma anche del riconoscimento da parte dei giudici di merito della minore responsabilità del condannato e dell'attenuazione della pena per il suo contributo all'accertamento dei fatti, senza pretendere una collaborazione totale e incondizionata che escluda ogni tentativo di ridimensionare il proprio ruolo.