Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La condotta di violenza fisica e morale posta in essere da un soggetto nei confronti di un altro, anche se motivata da pregressi dissidi o contrasti, non può essere giustificata né scusata, in quanto costituisce un'aggressione ingiustificata all'integrità fisica e morale della persona offesa, la quale ha diritto di essere tutelata dall'ordinamento giuridico. Pertanto, l'autore di tali condotte violente deve essere ritenuto penalmente responsabile, a prescindere dalla sussistenza di precedenti contrasti o dissidi tra le parti, in quanto la tutela dell'incolumità fisica e della dignità della persona umana rappresenta un valore primario e inderogabile dell'ordinamento, che non può essere sacrificato in nome di pregresse controversie o contrasti interpersonali. Il giudice, nel valutare la responsabilità penale dell'imputato, deve pertanto prescindere da ogni considerazione relativa ai pregressi rapporti tra le parti, concentrandosi esclusivamente sull'accertamento della condotta violenta posta in essere e sulla sua rilevanza penale, al fine di assicurare un'effettiva tutela dei diritti fondamentali della persona offesa.