Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38323 del 21 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:38323PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., richiede la prova della stabile e consapevole adesione del soggetto all'organizzazione criminale, desumibile da un quadro indiziario grave, preciso e concordante, anche sulla base di dichiarazioni di collaboratori di giustizia. La valutazione della gravità indiziaria e delle esigenze cautelari, effettuata dal giudice del riesame, non è sindacabile in sede di legittimità, se adeguatamente motivata, in quanto attiene all'esclusiva competenza del giudice di merito, il quale deve valutare gli elementi probatori non per raggiungere la certezza, ma la elevata probabilità di colpevolezza dell'indagato. La detenzione prolungata dell'indagato non comporta di per sé la rescissione del vincolo associativo, ove non emergano elementi che dimostrino l'effettiva interruzione del suo contributo all'attività del sodalizio criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. CARCANO Domenico - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 174/2015 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 16/02/2015
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARCANO DOMENICO;
sentite le conclusioni del PG Dott. IACOVIELLO Francesco Mauro, per l'inammissibilita' del ricorso.
Udito il difensore Avv. (OMISSIS) per l'annullamento dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Catania, in funzione di giudice del riesame, ha confermato l'ordinanza di cu…

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