L'approvazione o la revisione delle tabelle millesimali condominiali non ha natura negoziale, essendo sufficiente la maggioranza qualificata di cui all'art. 1136, comma 2, c.c., salvo che le nuove tabelle non deroghino espressamente al regime legale di ripartizione delle spese, rivelando così natura contrattuale e richiedendo l'unanimità dei condomini. L'errore nelle originarie tabelle millesimali, qualora sussistente, deve riguardare tutte le unità immobiliari per legittimare la riforma delle stesse, mentre la modifica dei criteri di ripartizione delle spese condominiali non richiede necessariamente una delibera totalitaria. Il condomino può impugnare la delibera di approvazione delle nuove tabelle millesimali, contestando l'erronea attribuzione di millesimi o l'adozione di un criterio di ripartizione delle spese difforme dalla legge, ma tali censure sono inammissibili in sede di legittimità ove si traducano in meri accertamenti di fatto operati dal giudice di merito. Infine, il diritto di informazione dei condomini sulle nuove tabelle millesimali è rispettato ove l'assemblea abbia fornito tutti gli elementi necessari, senza che sia necessario allegare le tabelle stesse all'avviso di convocazione.