La revoca di un appalto pubblico per sopravvenuta carenza di copertura finanziaria, dovuta a circostanze non imputabili alla stazione appaltante, è legittima ai sensi dell'art. 21-quinquies della legge n. 241/1990, in quanto costituisce un motivo di pubblico interesse che giustifica l'esercizio del potere di autotutela, anche in deroga alla disciplina speciale prevista dall'art. 122 del d.P.R. n. 554/1999 (ora art. 134 del d.lgs. n. 163/2006) in materia di recesso dal contratto. La stazione appaltante, infatti, può legittimamente revocare l'aggiudicazione definitiva di un appalto pubblico per ragioni di sopravvenienze fattuali o di motivi di pubblico interesse, come la sopravvenuta carenza della necessaria copertura finanziaria, senza incorrere nella violazione della disciplina speciale sul recesso contrattuale, la quale attribuisce alla stazione appaltante un mero diritto potestativo di recedere ad nutum dal contratto, senza incidere sul generale potere di autotutela pubblicistica. Pertanto, la revoca dell'appalto per sopravvenuta carenza di copertura finanziaria, dovuta a circostanze non imputabili alla stazione appaltante, è legittima e non comporta la violazione dell'art. 122 del d.P.R. n. 554/1999 (ora art. 134 del d.lgs. n. 163/2006) sulla disciplina del recesso contrattuale, in quanto rientra nell'ambito applicativo dell'art. 21-quinquies della legge n. 241/1990 in materia di revoca del provvedimento amministrativo per sopravvenuti motivi di pubblico interesse.