Cassazione penale Sez. V sentenza n. 5711 del 17 febbraio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:5711PEN

Massima

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Il delitto di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) è integrato dalla reiterazione di condotte moleste e minacciose, idonee a cagionare nella vittima un grave e perdurante stato di ansia o di paura, tale da alterarne le abitudini di vita, a prescindere dall'effettiva verificazione di un danno concreto. La condotta persecutoria deve essere valutata nel suo complesso, senza che il temporaneo e sporadico riavvicinamento della vittima al suo persecutore possa interrompere l'abitualità del reato o inficiare la continuità delle condotte, quando sussista l'oggettiva idoneità delle stesse a generare nella vittima un progressivo accumulo di disagio che degeneri in uno stato di prostrazione psicologica. Il delitto di atti persecutori, essendo reato abituale e di danno, non richiede la prova di uno specifico evento lesivo, essendo sufficiente la reiterazione di comportamenti idonei a cagionare nella vittima uno stato di ansia e paura, anche se tale evento si manifesti solo a seguito dell'ennesimo atto persecutorio. La valutazione di tale idoneità deve essere effettuata tenendo conto tanto dell'astratta capacità della condotta a determinare l'evento, quanto del suo concreto atteggiarsi in riferimento alle effettive condizioni di luogo e di tempo in cui è stata consumata, con riferimento ai comportamenti della vittima che ne siano sintomatici. Il delitto di atti persecutori si differenzia dal reato di molestie (art. 660 c.p.) in quanto, mentre in quest'ultimo le condotte molestatrici si limitano a infastidire la vittima, nel reato di stalking le medesime condotte sono idonee a cagionare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia ovvero l'alterazione delle proprie abitudini di vita. Pertanto, il temporaneo ed episodico riavvicinamento della vittima al suo persecutore non interrompe l'abitualità del reato di atti persecutori, né inficia la continuità delle condotte, quando sussista l'oggettiva e complessiva idoneità delle stesse a generare nella vittima un progressivo accumulo di disagio che degeneri in uno stato di prostrazione psicologica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandri - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/11/2020 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere TUDINO ALESSANDRINA;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata del 17 novembre 2020, la Corte d'appello di Roma ha, in parziale riforma della decisione del Giudice dell'udienza preliminare …

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