Il silenzio serbato dall'amministrazione comunale sull'istanza di permesso di costruire presentata dal privato, decorsi i termini di conclusione del procedimento stabiliti dalla legge, integra un'ipotesi di silenzio-inadempimento, anziché di silenzio-rifiuto, comportando l'obbligo per l'amministrazione di provvedere espressamente sulla domanda. Infatti, l'art. 20 del D.P.R. n. 380/2001 prevede che, trascorsi i termini ivi indicati senza che l'amministrazione abbia adottato un provvedimento espresso, non si forma un silenzio significativo di diniego, ma si configura piuttosto un'inerzia procedimentale, sanzionata dalla possibilità per il privato di ricorrere all'intervento sostitutivo regionale ai sensi dell'art. 21 del medesimo D.P.R. In tal caso, il giudice amministrativo è tenuto ad annullare il silenzio-inadempimento e ad ordinare all'amministrazione di provvedere espressamente sulla domanda, in ossequio al principio di doverosa conclusione del procedimento entro i termini di legge, a tutela delle posizioni giuridiche del privato.