Il pubblico ufficiale che attesta falsamente la regolare esecuzione di opere pubbliche, in difformità dal progetto autorizzato, risponde del reato di falso ideologico in atto pubblico, a prescindere dal valore economico delle opere realizzate e dall'effettivo vantaggio patrimoniale conseguito. Tale attestazione, infatti, ha autonoma efficacia giuridica, in quanto costituisce una dichiarazione aggiuntiva rispetto alla mera riproduzione di dati già documentati, essendo idonea ad influire sulla conoscenza e sulle determinazioni della Pubblica Amministrazione. Pertanto, la falsità, materiale o ideologica, di tale attestazione realizza i reati di cui agli artt. 476 o 479 c.p., anche indipendentemente dal provvedimento finale cui essa possa condurre. Inoltre, il reato di abuso d'ufficio, contestato per l'edificazione di opere non previste dal progetto a vantaggio di privati, non può essere assorbito nel più grave reato di falso, in quanto le violazioni di legge accertate, come quelle relative ai vincoli aeroportuali e archeologici o all'assenza di concessione o autorizzazione urbanistica, non coincidono interamente con la condotta di falsa attestazione della conformità a progetto.