Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 1302 del 16 gennaio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:1302PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia è integrato dalla sussistenza di un complesso di atti prevaricatori, vessatori e oppressivi, espressi da reiterate condotte violente, offese e minacce, che denotano la consapevolezza dell'agente di sottoporre la vittima a sistematiche vessazioni, a prescindere dal numero specifico di episodi accertati. La valutazione della prova, inclusa l'attendibilità della persona offesa e la sussistenza di riscontri esterni al suo racconto, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui decisione è incensurabile in sede di legittimità salvo vizi logici o manifesta irragionevolezza. Il giudice di appello, nel confermare la sentenza di condanna, non è tenuto a confutare puntualmente tutte le deduzioni difensive, essendo sufficiente che la motivazione, complessivamente considerata, dia conto delle ragioni del convincimento raggiunto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSTANZO Angelo - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/10/2020 della Corte di appello di Messina;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal componente ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
lette le conclusioni del difensore, avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

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