Il vincolo di inedificabilità assoluta derivante dalla fascia di rispetto di 150 metri dal corso d'acqua, previsto dal R.D. n. 1775/1933 e richiamato dall'art. 142 del D.Lgs. n. 42/2004, costituisce un ostacolo insuperabile alla concessione del condono edilizio ai sensi della legge n. 326/2003, anche per opere realizzate prima dell'imposizione del vincolo, in quanto tale vincolo ha natura dichiarativa e non costitutiva, essendo operativo sin dalla sua previsione normativa. Pertanto, il diniego di condono edilizio per opere realizzate in zona sottoposta a tale vincolo di inedificabilità assoluta è legittimo, in quanto l'art. 32, comma 27, lett. d), della legge n. 326/2003 esclude espressamente la possibilità di sanare gli abusi edilizi commessi su immobili soggetti a vincoli imposti sulla base di leggi statali e regionali a tutela degli interessi idrogeologici. Inoltre, la natura precaria o meno delle opere non rileva ai fini della condonabilità, essendo assorbente il rilievo dell'esistenza di un vincolo di inedificabilità assoluta, che impone la sanzione demolitoria come atto dovuto, senza necessità di specifica motivazione in ordine al pubblico interesse, in quanto finalizzato a ripristinare la legalità violata.