Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22246 del 3 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:22246PEN

Massima

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Il rifiuto di fornire le proprie generalità e di esibire un documento identificativo agli agenti di polizia, seguito da atteggiamenti aggressivi e violenti nei loro confronti, integra il reato di resistenza, non essendo configurabile la scriminante della legittima reazione ad atti arbitrari degli operanti, quando il loro intervento risulti conforme ai doveri d'istituto e volto al corretto esercizio delle funzioni di identificazione. Il diritto di difesa dell'imputato non è leso dalla mancata ammissione di prove testimoniali ritenute superflue e irrilevanti dal giudice, la cui valutazione in tal senso è incensurabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o giuridici nella motivazione. La concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena è rimessa alla discrezionalità del giudice di merito, che può legittimamente negarla sulla base di una prognosi sfavorevole circa il futuro comportamento dell'imputato, desunta anche dai suoi precedenti penali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

NI. Pi. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 13/07/2010 della Corte di Appello di Firenze;

esaminati gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione del consigliere dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

1.…

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