Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 12271 del 16 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:12271PEN

Massima

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Il comportamento gravemente negligente e in violazione dei doveri deontologici di un pubblico ufficiale, anche se non oggetto di specifica imputazione, può essere legittimamente valutato dal giudice ai fini della sussistenza dei presupposti per l'adozione o il mantenimento di una misura cautelare personale, in quanto idoneo a configurare una situazione obiettiva di pericolo, secondo un canone di normalità, in relazione alla commissione di reati. Ciò in quanto la violazione di regole deontologiche, proprie di una determinata professione, qualifica la condotta dell'agente come colposa ai sensi dell'art. 43, comma 1, c.p., configurando l'inosservanza di una data disciplina. Pertanto, tali comportamenti, unitamente ad altri elementi, possono essere legittimamente valutati dal giudice ai fini della sussistenza dei presupposti per l'adozione o il mantenimento di una misura cautelare personale, anche se non oggetto di specifica imputazione, in quanto idonei a evocare, secondo un canone di normalità, una fattispecie di reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PICCIALLI Patrizia - Presidente

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. BELLINI Ugo - Consigliere

Dott. CAPPELLO Gabriella - rel. Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) (OMISSIS);
avverso l'ordinanza della CORTE d'APPELLO di BARI in data 15/06/2017;
visti gli atti;
fatta la relazione dal Cons. dott. Gabriella CAPPELLO;
lette le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del dott. Giuseppe CORASANITI, il quale ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'Appello di Bari ha rigettato la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione presentata nell'interesse di (OMISSIS), subita da costui per …

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