La sospensione condizionale della pena è revocata di diritto quando il condannato, entro il termine quinquennale, commette un nuovo delitto per il quale viene inflitta una sanzione detentiva, a prescindere dalla data di irrevocabilità della sentenza che accerta il nuovo reato. Infatti, il riferimento normativo alla "commissione" del reato, anziché al suo accertamento definitivo, attiene alla verifica della prognosi positiva sulla futura condotta del condannato, sottoposta a controllo nel quinquennio successivo alla sospensione. Pertanto, la revoca della sospensione condizionale è legittima anche quando il nuovo delitto sia stato commesso prima dell'irrevocabilità della sentenza che lo ha accertato, purché tale accertamento sia intervenuto entro il termine quinquennale dalla sospensione. Inoltre, l'estinzione del reato per cui era stata applicata la pena sospesa, ai sensi dell'art. 445 c.p.p., comma 2, non impedisce la revoca della sospensione condizionale qualora, nel periodo di prova, sia stato accertato in via definitiva il compimento di un nuovo delitto, in quanto tale estinzione non è stata oggetto di una specifica pronuncia del giudice dell'esecuzione. In tal caso, infatti, la verifica del comportamento del condannato nel quinquennio successivo alla sospensione, che legittima la revoca, prevale sull'effetto estintivo che altrimenti si sarebbe prodotto.