Il provvedimento amministrativo illegittimo, anche se successivamente annullato, può costituire fonte di responsabilità risarcitoria per l'amministrazione che lo ha adottato, in quanto l'illegittimità del provvedimento si evolve in illiceità del fatto, con la conseguenza che l'eventuale annullamento è vicenda estranea alla fattispecie della responsabilità risarcitoria gravante sul suo autore. La natura sostanziale dell'interesse legittimo comporta che tale situazione sia assistita da una tutela giurisdizionale piena, anche sotto il profilo risarcitorio, con la conseguenza che la sussistenza (o la predicabilità) della pregiudiziale amministrativa non possa in alcun modo ritenersi deducibile dalle caratteristiche proprie della situazione lesa (ossia dal proprium dell'interesse legittimo). Tuttavia, la domanda di risarcimento del danno da provvedimento amministrativo illegittimo è soggetta al termine di prescrizione quinquennale di cui all'art. 2947 c.c., che decorre dalla data di adozione del provvedimento lesivo o dall'ultimo atto concorrente alla lesione dell'interesse legittimo pretensivo, senza che possa rilevare il passaggio in giudicato della sentenza che ha annullato il provvedimento, in quanto l'eventuale annullamento è vicenda estranea alla fattispecie della responsabilità risarcitoria.