Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33086 del 25 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:33086PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, costringe la vittima a compiere un atto di disposizione patrimoniale a proprio vantaggio, annichilendone la capacità volitiva e trasformandola in un esecutore passivo dei propri interessi illeciti. Tale fattispecie si differenzia dal reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, il quale presuppone invece la titolarità di un diritto in capo all'agente e l'uso non costrittivo della violenza o minaccia per soddisfare tale pretesa, senza l'annichilimento della volontà della vittima. Pertanto, ai fini della corretta qualificazione giuridica della condotta, è necessario accertare l'esistenza di un diritto vantato dall'agente e la modalità con cui egli si è attivato per soddisfarlo, verificando in particolare se vi sia stata una costrizione della vittima o meno. Laddove emerga l'assenza di un diritto in capo all'agente e l'utilizzo di mezzi coercitivi per ottenere un profitto ingiusto, la condotta deve essere ricondotta al delitto di estorsione, consumata o tentata, a prescindere dalla circostanza che l'agente ritenga di avere ragioni da far valere. In tali casi, infatti, la pretesa dell'agente non può essere considerata legittima e il suo comportamento, volto a costringere la vittima a un atto di disposizione patrimoniale, integra gli estremi del reato di estorsione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/01/2019 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ALFREDO MANTOVANO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. CARDIA DELIA, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita';
udito il difensore avv. (OMISSIS), che insiste per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO e CONSIDERATO IN DIRITTO
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