Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19483 del 23 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:19483PEN

Massima

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Il danneggiamento di cose di proprietà altrui non integra l'aggravante prevista dall'art. 635, comma 2, n. 3 c.p. in relazione all'art. 625, n. 7 c.p. quando la cosa danneggiata non sia esposta per necessità e consuetudine alla pubblica fede, ma sia sottoposta alla custodia diretta e continua del proprietario. In tali casi, il reato di danneggiamento è punibile a querela della persona offesa e, in mancanza di querela, il reato è estinto. La presenza del proprietario sul luogo del fatto esclude che la cosa possa ritenersi esposta alla pubblica fede, essendo sottoposta al controllo diretto del titolare. Pertanto, l'aggravante di cui all'art. 635, comma 2, n. 3 c.p. non è configurabile quando il danneggiamento avviene in presenza del proprietario, in quanto la cosa non può considerarsi esposta per necessità e consuetudine alla pubblica fede. In tali ipotesi, il reato di danneggiamento è punibile a querela della persona offesa e, in mancanza di querela, il reato è estinto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Liber - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - rel. Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4338/2009 CORTE APPELLO di PALERMO, del 16/09/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/04/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIULIANO CASUCCI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Gialanella Antonio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Co…

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