Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14057 del 25 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:14057PEN

Massima

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La diffamazione commessa in reazione a iniziative giudiziarie o pubbliche non può essere giustificata dall'esimente dello "stato d'ira" di cui all'art. 599, comma 2, c.p., in quanto l'esercizio del diritto di agire in giudizio o di esprimersi pubblicamente non costituisce un "fatto ingiusto" idoneo a legittimare una reazione diffamatoria, anche se protratta nel tempo. Perché l'esimente possa trovare applicazione, è necessario che la reazione diffamatoria sia stata determinata da una provocazione che abbia suscitato uno "stato d'ira" in senso relativo, ovvero una reazione immediata e proporzionata, senza che rilevi il mero perdurare di sentimenti negativi come odio o rancore. La valutazione della sussistenza dei presupposti per l'applicazione dell'esimente deve essere effettuata tenendo conto della situazione concreta e delle modalità della reazione, senza pretendere una contemporaneità tra provocazione e reazione che finirebbe per limitarne eccessivamente l'ambito di applicazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS);

(OMISSIS);

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1920/2009 CORTE APPELLO di MILANO, del 19/12/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/02/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Mura Antonio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

udito il difensore avv. (OMISSIS).…

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