Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società Cenci S.r.l.s. avverso l'ordine di cessazione dell'attività di somministrazione abusivamente intrapresa, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. La somministrazione di alimenti e bevande è un'attività caratterizzata dalla presenza di locali "all'uopo attrezzati" e dall'assistenza al servizio di somministrazione, di cui prova concreta è la presenza di personale di sala che serve gli utenti ai tavoli. 2. Il decreto Bersani ha consentito agli esercenti di vicinato alimentare il consumo immediato sul posto dei prodotti di gastronomia, con l'esclusione del servizio assistito di somministrazione, utilizzando i locali e gli arredi dell'azienda. Tuttavia, tale facoltà non può essere estesa alla somministrazione di prodotti alimentari di propria produzione, riservata agli artigiani iscritti all'Albo. 3. L'assenza del "servizio assistito" non è l'unico elemento distintivo tra somministrazione e consumo sul posto. Rileva anche la presenza di arredi e modalità di utilizzo che consentono la consumazione seduti al tavolo, con caratteristiche di richiamo quantitativo e qualitativo per la clientela e permanenza nel luogo di consumo. 4. L'accertamento della fattispecie deve essere condotto caso per caso, valutando complessivamente gli elementi emersi, senza limitarsi alla sola presenza o assenza di personale di sala. Elementi rilevanti sono la tipologia e la disposizione degli arredi, la superficie destinata al consumo sul posto, la presenza di un menù di tipo ristorativo, l'offerta di vino e alcolici. 5. La disciplina sulla liberalizzazione delle attività economiche non esclude che esigenze di tutela di valori sociali di rango costituzionale possano giustificare condizionamenti e temperamenti al diritto di iniziativa economica, nel rispetto dei principi di proporzionalità e non discriminazione.