Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32588 del 9 agosto 2007

ECLI:IT:CASS:2007:32588PEN

Massima

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La capacità di intendere e di volere dell'imputato, ai fini della sua responsabilità penale, deve essere valutata sulla base di una complessiva disamina degli elementi di prova, senza che il mero riscontro di disturbi psichici o di precedenti ricoveri clinici sia di per sé sufficiente a integrare una diminuita capacità di imputabilità. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza di eventuali cause di non punibilità, non è tenuto a compiere ulteriori accertamenti qualora l'imputato abbia rinunciato a specifici motivi di impugnazione e abbia raggiunto un accordo con il pubblico ministero sulla pena, essendo in tal caso preclusa la possibilità di prospettare in appello l'esistenza di cause di giustificazione o di chiedere la dichiarazione di non punibilità. La mera denuncia di omissione di valutazione circa l'applicabilità dell'art. 129 c.p.p. non è sufficiente, essendo necessario indicare specifici elementi concreti che, se correttamente considerati, avrebbero dovuto condurre ad una pronuncia di proscioglimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. OR., N. IL (OMESSO);

2) RU. GI., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA CORTE APPELLO del 19/05/2006 di CATANIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dottor DI POPOLO Angelo, che ha concluso per il rigetto dei ricorsi.

La Corte di Cassazio…

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