Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27650 del 14 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:27650PEN

Massima

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Il reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio di cui all'art. 336 c.p. si perfeziona anche quando la condotta intimidatoria o violenta dell'agente sia rivolta al condizionamento dell'attività del pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, indipendentemente dal fatto che l'atto di servizio cui l'agente intende opporsi sia stato effettivamente impedito o meno. Ciò in quanto l'elemento materiale del reato non consiste nell'impedimento dell'atto di servizio, ma nella condotta intimidatoria o violenta dell'agente diretta a tale fine, integrando il dolo specifico del reato. Pertanto, la valutazione dell'idoneità della condotta coercitiva o induttiva dell'imputato deve essere effettuata ex ante, sulla base delle circostanze oggettive e soggettive del fatto, essendo irrilevante l'effettiva realizzazione dell'atto di servizio cui l'agente intendeva opporsi. L'impossibilità di realizzare il male minacciato non esclude la configurabilità del reato, dovendo farsi riferimento alla potenzialità costrittiva o induttiva del male ingiusto prospettato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMESSO), nato a (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 21/12/2010 dalla Corte di Appello di Torino;

esaminati gli atti, il ricorso e la sentenza impugnata;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1.- All'esito di…

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