L'occupazione senza titolo di un alloggio di edilizia residenziale pubblica (ERP) da parte di soggetti non assegnatari legittima l'adozione di un decreto di rilascio da parte dell'ente proprietario o gestore, in quanto l'occupazione in assenza di un provvedimento di assegnazione o di altro atto amministrativo che ne legittimi la permanenza non è idonea a instaurare un valido ed efficace rapporto giuridico tra l'occupante e l'ente. Il subentro nell'assegnazione dell'alloggio, previsto dalla normativa regionale, presuppone la sussistenza di specifici requisiti, quali la stabile convivenza con l'assegnatario per un periodo non inferiore a tre anni, la residenza anagrafica ed effettivo domicilio, nonché l'autorizzazione dell'ente gestore, circostanze che devono essere dimostrate dall'occupante. In mancanza di tali presupposti, l'occupazione si configura come abusiva, legittimando l'adozione del decreto di rilascio, il quale riveste natura vincolata e non è pertanto annullabile per difetto di motivazione o violazione di norme sul procedimento, qualora il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato. Le disposizioni normative sopravvenute, che prevedono la possibilità per l'ente gestore di applicare il contratto di locazione agli occupanti senza titolo in determinate ipotesi, non trovano applicazione nel caso di specie, in quanto il provvedimento impugnato è stato adottato in vigenza della precedente disciplina, secondo il principio tempus regit actum.