Il termine di impugnazione di trenta giorni previsto dal combinato disposto degli artt. 41, comma 2, e 120, comma 1, del codice del processo amministrativo, per la proposizione del ricorso avverso la procedura di gara, decorre dalla data in cui il ricorrente è venuto a conoscenza del bando di gara, anche in assenza di una formale comunicazione da parte dell'amministrazione. Pertanto, il ricorso proposto oltre tale termine è da dichiararsi irricevibile per tardività, non rilevando eventuali richieste di sopralluogo o altre interlocuzioni intercorse tra il ricorrente e l'amministrazione, le quali non sospendono né interrompono il decorso del termine di impugnazione. Il rispetto del termine di decadenza per l'impugnazione degli atti di una procedura di gara costituisce un principio fondamentale di tutela dell'affidamento e della certezza dei rapporti giuridici, nonché di celerità e speditezza dell'azione amministrativa, che non può essere derogato in ragione di particolari circostanze del caso concreto, salvo i casi espressamente previsti dalla legge. La declaratoria di irricevibilità del ricorso per tardività non preclude comunque al ricorrente la possibilità di far valere eventuali vizi della procedura in un successivo giudizio, qualora ne ricorrano i presupposti.