L'inclusione di terreni privati nel perimetro di un'azienda faunistico-venatoria, senza il consenso dei proprietari, è illegittima e viola il diritto di questi ultimi alla piena disponibilità dei propri fondi, anche ai fini dell'esercizio della libera caccia. L'amministrazione competente, in esecuzione di un giudicato che abbia annullato gli atti di inclusione, è tenuta a verificare puntualmente l'effettiva esclusione di tali terreni dal perimetro aziendale, rimuovendo ogni elemento che possa comunque ricondurli all'azienda, e a valutare la sussistenza dei requisiti normativi per il mantenimento della concessione, considerata la possibile riduzione della superficie aziendale. Ove necessario, l'amministrazione deve provvedere alla revoca o alla ridefinizione della concessione, al fine di garantire il rispetto del giudicato e la tutela della posizione giuridica dei proprietari dei terreni esclusi.