Il parere negativo della Soprintendenza sulla compatibilità paesaggistica di un intervento edilizio abusivo oggetto di istanza di condono deve essere preceduto dalla comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, ai sensi dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990 e dell'art. 146, comma 8, del d.lgs. n. 42/2004, a pena di illegittimità del parere stesso. Ciò in quanto l'obbligo di acquisire il parere della Soprintendenza sussiste anche per gli abusi edilizi realizzati prima dell'apposizione del vincolo paesaggistico, in applicazione dell'art. 32 della legge n. 47/1985, richiamato dagli artt. 39 e ss. della legge n. 724/1994 sulla disciplina del condono edilizio. La Soprintendenza, in tali casi, deve valutare la compatibilità dell'abuso con il vincolo paesaggistico, motivando adeguatamente il proprio parere, senza poter dichiarare l'improcedibilità della domanda di condono. L'omissione della comunicazione dei motivi ostativi non può essere sanata ai sensi dell'art. 21-octies, comma 2, della legge n. 241/1990, attesa la natura discrezionale del parere della Soprintendenza.