Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6317 del 15 febbraio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:6317PEN

Massima

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La minaccia grave, ai sensi dell'art. 612 c.p., comma 2, si configura quando le espressioni verbali utilizzate, valutate nel contesto in cui si collocano, siano oggettivamente idonee a ingenerare timore o turbamento nella persona offesa, diminuendone la libertà psichica, a prescindere dalla concreta verificazione dell'evento temuto. La gravità della minaccia va accertata avendo riguardo al tenore delle espressioni verbali e alle circostanze del fatto, senza che assuma rilievo determinante la reazione della persona offesa, la quale potrebbe essere abituata a episodi spiacevoli in ragione del tipo di lavoro svolto. Pertanto, la mera circostanza che la persona offesa riferisca di essere "abituata" a tali condotte non esclude la configurabilità della fattispecie di minaccia aggravata, ove le espressioni utilizzate e il contesto in cui si inseriscono siano idonei a incidere sulla libertà morale del destinatario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia R. A. - Presidente

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. SESSA Renata - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. PILLA Egle - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 25/10/2021 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere SESSA RENATA;
Il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore PASSAFIUME SABRINA che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso.
Il difensore della parte civile ha chiesto (Ndr: testo originale non comprensibile).
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con sentenza…

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