Il rilascio del nulla osta paesaggistico da parte della Soprintendenza competente costituisce un presupposto essenziale per l'accoglimento di una domanda di condono edilizio, la cui mancanza determina il rigetto della stessa. Ove la Soprintendenza non si pronunci entro il termine di 180 giorni dalla richiesta, si forma il silenzio-rifiuto, che l'interessato ha l'onere di impugnare tempestivamente dinanzi al giudice amministrativo per ottenere il provvedimento agognato. Il mancato esperimento di tale rimedio processuale da parte del privato legittima l'Amministrazione comunale a concludere negativamente il procedimento di condono, senza che il successivo rilascio del nulla osta possa incidere sulla legittimità del diniego già adottato. Inoltre, il silenzio della Soprintendenza non configura un'ipotesi di silenzio-assenso, in quanto l'art. 159 del d.lgs. n. 42/2004 non prevede tale meccanismo, essendo necessario l'espresso rilascio del nulla osta paesaggistico ai fini della sanatoria edilizia. Infine, il giudicato penale che abbia ordinato la demolizione dell'abuso edilizio costituisce un ulteriore motivo ostativo all'accoglimento della domanda di condono, in quanto l'art. 31 della legge n. 47/1985 non è applicabile in via analogica alle istanze presentate ai sensi del d.l. n. 269/2003, convertito dalla legge n. 326/2003.