Il diritto di critica, quale causa di giustificazione del reato di diffamazione, presuppone la sussistenza di determinati requisiti, quali la veridicità dei fatti esposti, la rilevanza sociale dell'argomento trattato e il rispetto del principio di continenza nell'esercizio di tale diritto. Tali requisiti devono essere adeguatamente motivati dal giudice, con riferimento specifico agli elementi probatori acquisiti nel processo, senza limitarsi a meri richiami di principio. In particolare, la mera circostanza che i fatti oggetto di critica siano stati già discussi in sede condominiale non è di per sé sufficiente a integrare il requisito della rilevanza sociale, dovendosi valutare se la comunicazione diffamatoria abbia effettivamente superato i limiti della lite privata per assumere una più ampia rilevanza pubblica. Analogamente, la semplice affermazione della veridicità dei fatti esposti, senza alcuna argomentazione a sostegno, non è idonea a giustificare l'applicazione dell'esimente del diritto di critica.