Consiglio di Stato sentenza n. 87 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:87SENT

Massima

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L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive, ai sensi dell'art. 31 del D.P.R. 380/2001, costituisce un provvedimento vincolato, la cui adozione non richiede una specifica motivazione circa la sussistenza dell'interesse pubblico alla rimozione, né la preventiva comunicazione di avvio del procedimento agli interessati. Infatti, verificata la presenza di manufatti realizzati in assenza di valido titolo edilizio e in contrasto con la destinazione urbanistica dell'area, l'amministrazione ha il dovere di emettere l'ordine di demolizione, essendo la relativa ponderazione tra l'interesse pubblico e quello privato già compiuta a monte dal legislatore. La mancata notifica del provvedimento demolitorio al proprietario dell'immobile non inficia la legittimità dello stesso, atteso che la notificazione attiene alla fase di integrazione dell'efficacia e non di perfezionamento dell'atto, con la conseguenza che l'unica conseguenza sarà l'impossibilità per l'amministrazione di procedere all'acquisizione gratuita dell'area in caso di inottemperanza. Ai fini della valutazione della natura precaria di un'opera, ai sensi dell'art. 3, comma 1, lett. e.5) del D.P.R. 380/2001, il carattere precario deve essere valutato non con riferimento al tipo di materiale utilizzato per la sua realizzazione, ma avendo riguardo all'uso cui lo stesso è destinato, nel senso che, se le opere sono dirette al soddisfacimento di esigenze stabili e permanenti, deve escludersi la natura precaria dell'opera, a prescindere dai materiali utilizzati e dalla tecnica costruttiva applicata. Pertanto, le opere realizzate in assenza di titolo edilizio, ancorché non infisse stabilmente al suolo, che risultino destinate ad un utilizzo duraturo connesso all'attività economica svolta nell'area, non possono essere considerate precarie e, dunque, sono soggette all'obbligo del permesso di costruire. Infine, la circostanza che siano state presentate istanze di condono edilizio per interventi diversi da quelli oggetto dell'ordine di demolizione non è idonea a inficiare la legittimità di quest'ultimo, atteso che le domande di sanatoria non possono essere invocate a sostegno della legittimità di opere diverse da quelle per le quali è stata richiesta la sanatoria.

Sentenza completa

Pubblicato il 03/01/2023

N. 00087/2023REG.PROV.COLL.

N. 04700/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Settima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4700 del 2018, proposto da
Natale Russo, rappresentato e difeso dagli avvocati Sebastiano Giordano, Catello Miranda, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Comune di Pompei, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'avvocato Elpidio Capasso, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Rocco Buongiorno in Roma, via Vinadio n. 26;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania (Sezione Terza) n. 05416/2017

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