L'illecito permanente dell'Autorità espropriante per occupazione sine titulo di un bene immobile viene meno nei casi previsti dall'art. 42-bis del Testo Unico Espropriazioni, allorché l'Autorità, a seguito di un procedimento di valutazione comparativa degli interessi in conflitto, adotti un provvedimento conclusivo con cui dispone l'acquisizione definitiva del bene al proprio patrimonio indisponibile, previo pagamento di un'indennità pari al valore del bene maggiorato del 10%, ovvero la restituzione del bene al proprietario. In tali ipotesi, la rinuncia abdicativa del proprietario non può essere ravvisata, neppure implicitamente dalla sola proposizione di una domanda risarcitoria, in quanto la disciplina legislativa speciale esclude che la "sorte" del bene possa essere rimessa alla volontà del privato, prevedendo invece un potere-dovere dell'Autorità di adottare una determinazione finale in ordine all'acquisizione o alla restituzione del bene, nel rispetto dei presupposti e delle modalità stabiliti dalla legge. Pertanto, né il giudice amministrativo né il proprietario possono sostituire le proprie valutazioni a quelle attribuite dalla legge alla competenza e alle responsabilità dell'Autorità espropriante.