Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22285 del 8 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:22285PEN

Massima

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Il rifiuto passivo di ottemperare alle richieste delle autorità pubbliche, pur non integrando una condotta attiva di resistenza, può comunque configurare il reato di resistenza a pubblico ufficiale qualora la condotta del soggetto, anche se meramente omissiva, sia idonea a ostacolare o ritardare l'esercizio delle funzioni pubbliche. La mera autolesionismo o la somministrazione di farmaci sedativi da parte degli agenti, successiva alla condotta violenta, non escludono la responsabilità penale per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, in quanto tali circostanze non incidono sulla natura e sulla gravità della condotta tenuta in precedenza dal soggetto nei confronti dei pubblici ufficiali. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, deve tenere conto di tutti gli elementi fattuali e comportamentali posti in essere dall'imputato, senza limitarsi a singoli aspetti della vicenda, al fine di accertare l'effettiva idoneità della condotta a ostacolare l'esercizio delle funzioni pubbliche, a prescindere dalla forma attiva o omissiva con cui tale ostacolo si sia concretizzato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GARRIBA Tito - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffael - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 199/2011 CORTE APPELLO di MILANO, del 01/04/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/05/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

udito il P.G. in persona del Dott. VOLPE Giuseppe che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO ED IN DIRITTO

1. Con la sentenza in…

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