Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29373 del 20 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:29373PEN

Massima

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Il diritto di difesa, sancito dall'art. 24 Cost., legittima l'utilizzo di espressioni anche offensive all'interno di atti processuali o ricorsi amministrativi, purché funzionali all'esposizione delle ragioni difensive e alla tutela dei propri diritti. L'esimente di cui all'art. 598 c.p. trova applicazione quando le offese sono rilevanti e strumentali alla prospettazione delle tesi difensive, senza che sia necessario il requisito della verità delle affermazioni o della loro necessità, essendo sufficiente il nesso di pertinenza e funzionalità con l'oggetto della controversia. Tale principio si applica anche ai ricorsi amministrativi, laddove le espressioni offensive siano dirette a illustrare una situazione di fatto riconducibile a comportamenti illegittimi della Pubblica Amministrazione, come nel caso di mobbing.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DI TOMASSI M. Stefani - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. VI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 26/01/2006 CORTE APPELLO di CATANZARO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. VESSICHELLI MARIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Cons. VIGLIETTA G., che ha concluso per l'annullamento senza rinvio perche' l'azione penale non poteva essere esercitata per mancanza di valida que…

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