Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10047 del 15 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:10047PEN

Massima

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La condotta di partecipazione a un'associazione di tipo mafioso non si esaurisce in una mera manifestazione di volontà di aderire all'associazione già formata, ma richiede un effettivo contributo, anche minimo, destinato a fornire efficacia al mantenimento in vita della struttura o al perseguimento dei suoi scopi criminosi. La permanente "disponibilità" del singolo a porre in essere attività delittuose necessarie per il perseguimento dei fini dell'organizzazione, indipendentemente dalla prova di una formale iniziazione e dell'acquisizione della qualifica di "uomo d'onore", rappresenta univoco sintomo di inserimento strutturale nella compagine associativa e, quindi, di vera e propria partecipazione, ad un livello pur minimale, al sodalizio delinquenziale. La circostanza aggravante di cui alla L. n. 203 del 1991, art. 7, ha natura soggettiva e presuppone la prova del dolo specifico di favorire l'associazione, con la conseguenza che tale fine deve costituire l'obiettivo "diretto" della condotta, non rilevando possibili vantaggi indiretti, né il semplice scopo di favorire un esponente di vertice della cosca, indipendentemente da ogni verifica in merito all'effettiva ed immediata coincidenza degli interessi del capomafia con quelli dell'organizzazione. Ai fini della configurabilità dell'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, non è richiesta la presenza di una complessa e articolata organizzazione dotata di notevoli disponibilità economiche, essendo sufficiente l'esistenza di strutture, sia pure rudimentali, deducibili dalla predisposizione di mezzi, per il perseguimento del fine comune, create in modo da concretare un supporto stabile e duraturo alle singole deliberazioni criminose, con il contributo dei singoli associati. Le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, pur richiedendo una valutazione particolarmente attenta, costituiscono prova utilizzabile, a condizione che siano assistite da elementi di riscontro, anche di natura logica, che confermino in modo specifico la partecipazione al fatto della persona accusata, nei termini che fondano la relativa contestazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. VIGNA Maria S - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore Generale presso la Corte d'appello di Salerno;
nei confronti di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
e:
1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
3. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
4. (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
5. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
6. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
7. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
8. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
9. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
10. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
11. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

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