Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8951 del 7 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:8951PEN

Massima

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Il provvedimento interdittivo della sospensione dall'esercizio di pubblici uffici, una volta cessato per decorso del termine, non consente più all'indagato di mantenere un interesse concreto all'impugnazione, in quanto la sua revoca o cessazione di efficacia non determina alcun diritto soggettivo connesso al risultato del procedimento di impugnazione in sede penale, non essendo applicabile l'istituto della riparazione per ingiusta detenzione previsto per la custodia cautelare. Pertanto, la sopravvenuta carenza di interesse alla definizione del ricorso, determinata da ragione non imputabile al ricorrente, lo esonera dall'obbligo di pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria prevista in caso di inammissibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

So. Or. ;

avverso la ordinanza del 12 novembre 2011 del Tribunale della Liberta' di Roma;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dr. ((omissis))ia Fazio;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. FRATICELLI Mario che ha concluso chiedendo dichiararsi la inammissibilita' del ricorso per sopravvenuta caren…

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