Consiglio di Stato sentenza n. 28 del 2019

ECLI:IT:CDS:2019:28SENT

Massima

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Il Comune, nell'esercizio della propria ampia discrezionalità in materia di pianificazione urbanistica, può modificare la destinazione d'uso di un'area anche in senso peggiorativo per il proprietario, senza che ciò comporti l'insorgere di un affidamento qualificato in capo a quest'ultimo, salvo i casi di incidenza su legittime aspettative. La motivazione degli strumenti urbanistici, in tali ipotesi, è soddisfatta con l'indicazione dei profili generali e dei criteri alla base delle scelte effettuate, senza necessità di una motivazione puntuale e specifica per ogni singola destinazione. Inoltre, la classificazione di una parte della proprietà come verde privato vincolato, pur incidendo sulla facoltà edificatoria, non comporta alcun pregiudizio per il proprietario, qualora tale destinazione risulti funzionale a garantire l'accessibilità al fondo altrimenti intercluso.

Sentenza completa

Pubblicato il 02/01/2019

N. 00028/2019REG.PROV.COLL.

N. 04872/2015 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4872 del 2015, proposto dalla Home di Ing.Gazzini Piergiorgio & C s.a.s., in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Luisa Gracili e Carolina Picchiotti, domiciliato presso la segreteria della Quarta Sezione del Consiglio di Stato, in Roma, piazza Capo di Ferro, n. 13;

contro

Il Comune di Capalbio, in persona del Sindaco in carica, rappresentato e difeso dall'avvocato Alessandro Antichi, domiciliato presso la segreteria della Quarta Sezione del Consiglio di Stato, in Roma, piazza Capo di Ferro, n. 13;

per la riforma

della sentenza del Tribun…

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