Cassazione penale Sez. I sentenza n. 34929 del 12 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:34929PEN

Massima

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Il concorso di una persona nel reato commesso da un'associazione di tipo mafioso, anche senza essere organicamente inserita nel sodalizio, integra l'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, qualora la condotta sia assistita dalla cosciente e univoca finalizzazione di agevolare l'attività del gruppo criminale, a prescindere dall'esistenza di un debito di riconoscenza o di altri motivi personali che abbiano indotto il concorrente a partecipare all'azione delittuosa. L'aggravante in questione, essendo di natura oggettiva ai sensi dell'art. 70 c.p., comma 1, si trasmette a tutti i concorrenti, anche a coloro che non siano membri dell'associazione mafiosa, purché abbiano consapevolmente agito al fine di agevolarne l'attività. Inoltre, l'utilizzo di modalità evocatrici del potenziale intimidativo proprio del fenomeno mafioso, come l'irruzione di un gruppo armato e l'esplosione di numerosi colpi di arma da fuoco contro la vittima, può integrare l'aggravante dell'uso del metodo mafioso, a prescindere dall'accertamento della partecipazione dell'agente all'associazione criminale. Nell'individuazione della pena, il giudice non è tenuto a dar conto di tutti gli elementi di cui all'art. 133 c.p., ma solo di quelli rilevanti per il caso concreto, potendo attribuire preminente rilievo alle modalità estremamente gravi e allarmanti del fatto, all'intensità del dolo e alla personalità dell'imputato, anche in presenza di incensuratezza e giovane età, senza che ciò integri un bis in idem. Analogamente, il diniego delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato sulla base della gravità e riprovevolezza del fatto, dell'elevata capacità a delinquere desumibile dalle modalità esecutive e dell'intensità del dolo, senza che ciò comporti un'indebita duplicazione degli stessi elementi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2109/2010 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 06/06/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/06/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Mura Antonio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore avv.ti (OMISSIS) …

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