Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38726 del 3 agosto 2017

ECLI:IT:CASS:2017:38726PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta dell'agente, anche attraverso reiterate minacce o molestie, cagiona nella vittima un grave e perdurante stato di ansia o di paura, tale da alterare le sue abitudini di vita, come dimostrato da elementi sintomatici ricavabili dalle dichiarazioni della persona offesa, dai suoi comportamenti conseguenti alla condotta dell'imputato e dalla stessa idoneità astratta e concreta della condotta a determinare l'evento, senza che sia necessaria la produzione di una specifica certificazione medica attestante lo stato di disagio psicologico. La prova dell'evento del reato può quindi desumersi dal complesso degli elementi fattuali acquisiti, senza che la vittima debba necessariamente prospettare in modo espresso e dettagliato uno o più degli eventi alternativi del delitto. La valutazione delle prove e la ricostruzione dei fatti è riservata in via esclusiva al giudice di merito, il cui sindacato di legittimità da parte della Corte di Cassazione è limitato alla verifica della logicità e della coerenza della motivazione, senza possibilità di una diversa lettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/04/2016 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ROBERTO AMATORE;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore FIMIANI Pasquale che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Milano ha integralmente confermato la condanna del predetto imputato emess…

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