Il giudice di merito può fondare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato per il reato di associazione di tipo mafioso sulla base di plurime chiamate in correità provenienti da collaboratori di giustizia, anche se non perfettamente sovrapponibili nei dettagli, purché logicamente coerenti e corroborate da altri elementi probatori, come l'arresto dell'indagato per un fatto specifico e le risultanze di intercettazioni telefoniche, senza che tale valutazione possa essere sindacata in sede di legittimità, salvo che non emerga un travisamento della prova. Infatti, l'interpretazione del linguaggio criptico o cifrato utilizzato nel corso di conversazioni intercettate è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione deve ritenersi immune da vizi logici se fondata su massime di esperienza. Inoltre, eventuali condizioni patologiche di tossicodipendenza o alcolismo dell'indagato, ove non integranti un vizio totale di mente, non escludono la sua responsabilità per il reato associativo, essendo tali stati compatibili con la partecipazione all'associazione criminale.