L'ordine di demolizione di un manufatto edilizio realizzato senza i prescritti titoli abilitativi è un provvedimento dovuto e inderogabile, in quanto la realizzazione di nuove opere in assenza di titolo in zone vincolate sotto il profilo paesaggistico-ambientale integra una fattispecie di abuso edilizio che impone l'applicazione della sanzione demolitoria prevista dall'art. 27 del D.P.R. n. 380/2001. Tale misura sanzionatoria risulta pienamente legittima e non è suscettibile di annullamento per violazione delle norme sul procedimento o sulla forma degli atti, qualora sia palese che il contenuto dispositivo del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso da quello concretamente adottato, in applicazione del principio di cui all'art. 21-octies della Legge n. 241/1990. Inoltre, l'ordine di demolizione non può essere evitato attraverso il ricorso all'istituto dell'accertamento di conformità di cui all'art. 36 del D.P.R. n. 380/2001, in quanto tale procedimento non è applicabile in presenza di interventi abusivi realizzati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico-ambientale, per i quali è preclusa la possibilità di sanatoria. Il potere di repressione degli abusi edilizi, in particolare quando riguardano zone vincolate, costituisce un dovere inderogabile dell'amministrazione comunale, volto alla tutela dell'interesse pubblico al corretto assetto del territorio e alla salvaguardia dei valori paesaggistici ed ambientali, che non può essere eluso attraverso il mancato rispetto delle garanzie procedimentali, in quanto il contenuto del provvedimento demolitorio risulta vincolato e non avrebbe potuto essere diverso da quello adottato.