Il pubblico ufficiale che, al fine di indurre una persona a rendere falsa testimonianza, le offre denaro o altra utilità, commette il reato di istigazione alla falsa testimonianza, il quale è configurabile anche quando l'offerta non sia accettata e la falsa testimonianza non si sia effettivamente verificata. L'idoneità della condotta a condizionare la deposizione testimoniale emerge dalla natura e dall'entità dell'offerta, nonché dalle modalità con cui essa è stata formulata, senza che rilevi l'effettiva accettazione o meno dell'offerta stessa da parte del destinatario. Il reato sussiste anche qualora il pubblico ufficiale, dopo aver inizialmente offerto una somma cospicua, abbia successivamente consegnato una somma inferiore, purché tale condotta sia accompagnata da insistenti richieste di ritrattazione della precedente testimonianza, non essendo apprezzabile in tal caso come mero tentativo di risarcimento del danno. La valutazione della condotta del pubblico ufficiale deve essere effettuata sulla base di un complessivo apprezzamento degli elementi probatori, senza che il giudice di legittimità possa procedere a una nuova e diversa valutazione degli stessi.